Prontera: “Analizzare gli errori per crescere” - Sezione di Ragusa
Con la potenza della tecnologia a sostegno della comunicazione e delle riunioni che al momento non possono essere effettuate ‘in presenza’, lo scorso 31 marzo la Sezione di Ragusa ha ospitato in videoconferenza Alessandro Prontera della Sezione di Bologna, negli organici della Commissione Arbitri Nazionale. Certamente più gratificante sarebbe stato averlo ospite in presenza, ma anche con il collegamento informatico l’evento ha avuto un grande successo partecipativo.
Oltre 70 gli associati collegati che hanno partecipato, ascoltato e intervenuti nelle quasi due ore di collegamento, con il trentatreenne arbitro bolognese che con la sua semplicità e schiettezza ha messo tutti a proprio agio.
È stato il Presidente della Sezione iblea Andrea Battaglia a fare una breve presentazione dell’ospite, a cui ha poi presentato l’organigramma sezionale e gli altri ospiti collegati alla riunione: dal Presidente del Comitato Regionale Arbitri Michele Cavarretta, ai Presidenti delle Sezioni siciliane di Trapani, Palermo, Agrigento, Enna, Catania, Acireale, Marsala, ognuno dei quali ha espresso un breve saluto all’ospite e agli altri intervenuti.
Ovviamente la maggioranza era rappresentata dagli arbitri ragusani che hanno risposto in massa e con entusiasmo partecipativo. Il Presidente Andrea Battaglia ha sottolineato come la presenza in loco del collega bolognese sarebbe stata molto più stimolante e si è ripromesso di invitarlo non appena le condizioni epidemiologiche lo permetteranno, invito prontamente accettato da Alessandro Prontera, che ha aperto il suo intervento con un modo di proporsi chiaro e semplice.
Ha raccontato gli aneddoti della sua vita arbitrale, degli incidenti di percorso, del mutare degli umori in seguito alle prestazioni arbitrali, dall’esaltazione per una buona gara diretta, allo stato di scoramento per un match non concluso per come ci si aspettasse; dall’emozione della prima gara diretta con gli assistenti, alle prime promozioni alle categorie importanti del calcio italiano, che era il frutto di sacrifici, di allenamenti e di ‘non mollare mai’, perché ogni passaggio di categoria comporta un nuovo modo di approcciarsi all’arbitraggio con altre difficoltà, che non sono solamente tecniche.
“La preparazione atletica e i test – ha ripetuto più volte Alessandro Prontera - sono due momenti importanti per un arbitro per emergere; a questi elementi bisogna aggiungere la capacità di saper applicare il regolamento in modo uniforme ed essere lucido nelle decisioni. Analizzare gli errori – ha aggiunto - è un altro elemento importante nella crescita arbitrale; da questi bisogna prendere gli insegnamenti per migliorarsi”.
Alcune volte Alessandro è stato sul punto di mollare, o di essere messo fuori dai quadri della categoria nella quale operava. Invece, proprio per il fatto di avere sempre creduto che il proprio impegno ripagasse delle amarezze e dei sacrifici eccolo ancora presente nel massimo Campionato di calcio italiano, dove ha esordito a Firenze il 6 ottobre 2019 in Fiorentina - Udinese; ricordando quando, poco prima del fischio d’inizio, il francese Franck Ribery della squadra viola gli chiese: la prima gara in Serie A?
“Dove possono arrivare tutti – ha concluso Prontera - ci sono arrivato io, ragazzo del sud (originario della provincia di Lecce); ci vogliono sacrifici, allenamenti continui, conoscere e applicare il regolamento correttamente, rispetto delle controparti e anche una buona dose di… fortuna”.
Qualche infortunio fisico – anche una operazione al ginocchio - hanno frenato un po’ la carriera di Alessandro, ma adesso che sembra avere recuperato l’efficienza fisica è nuovamente pronto per riprendere a volare.
Prima dei saluti finali alcuni giovani associati emergenti della Sezione hanno proposto delle domande alle quali il fischietto bolognese di Serie A ha risposto in modo semplice ed esaustivo.
FABRIZIO PASQUA: Sulla cima dell'iceberg tra sacrifici e dedizione - Sezione di Palermo
In videoconferenza si è tenuta la Riunione Tecnica Plenaria con l’arbitro della
Commissione Arbitri Nazionale A e B Fabrizio Pasqua il 24 marzo scorso. Il
fischietto di Tivoli con naturalezza e genuinità ha parlato delle sue esperienze,
dialogando apertamente con la platea, composta da oltre 200 associati, tra i quali
l’arbitro CAN Rosario Abisso ed i Presidenti delle Sezioni di Agrigento, Marsala,
Caltanissetta, Acireale, Catania e Frattamaggiore, che con grande entusiasmo hanno
voluto partecipare all'incontro.
La riunione ha avuto inizio con la proiezione di un video di “Benvenuto” che ha
brevemente fatto rivivere i momenti salienti della carriera dell’ospite. Presa la parola,
Pasqua ha raccontato di aver iniziato a “fare” l’arbitro nel 1998, ma da subito è
iniziata una trasformazione che lo ha portato ad “essere” arbitro. La differenza è
fondamentale, per arrivare in cima a quell’iceberg che nasconde sacrifici, delusioni,
dedizioni, resilienza e fallimenti.
“Essere arbitro” significa anche comprendere le emozioni, proprie e degli altri.
Leggere i propri sentimenti permette di poter prendere le decisioni in totale libertà.
Leggere quelle degli altri consente di analizzare al meglio il contesto, essere proattivo
e anticipare gli eventi padroneggiandoli.
La riunione è poi continuata con le tante domande e curiosità poste dagli intervenuti,
a dimostrazione di una riunione di elevatissimo spessore tecnico e motivazionale.
In conclusione dell’evento, il Presidente Marcello Terzo ha ringraziato e salutato il
nostro ospite, con la promessa di rivederci in presenza appena ciò sarà possibile.
Rossella Daidone
Francesco Cusumano: arbitro e neo medico - Sezione di Caltanissetta
Lo scorso 24 marzo Francesco Cusumano ha conseguito la laurea in “medicina e chirurgia”.
Un traguardo di fondamentale importanza per Francesco, arbitro appartenente alla CAN D dal 2018. A distanza di appena quattro stagioni dall’anno del corso, è riuscito ad esordire in Serie D nella gara Vibonese Calcio- Calcio Cittanovese.
“Per me l’arbitraggio è passione, l’AIA è famiglia”, queste le sue parole. Un percorso, il suo, non certo esente da momenti difficili come quello della perdita della madre. Francesco dedica la laurea a lei e ha voluto ricordare che in quei frangenti, la sezione non l’ha mai abbandonato e non smetterà mai di ringraziare per questo l’ex presidente Calogero Schifano e l’attuale Domenico Amico.
Un passato che l’ha visto come calciatore fin da bambino. Mentre giocava era però affascinato dalla figura dell’arbitro e dai valori che lo caratterizzano come autorevolezza e responsabilità. Secondo lui l’arbitro possiede una mentalità differente che gli permette di avere rapporti stretti con tante persone. Non solo stile di vita, ma anche scuola di vita.
Sicuramente un cammino dove non sono mancati i sacrifici soprattutto perché Francesco ha dovuto conciliare studio e attività arbitrale e quindi spendere tanto tempo per entrambe.
Ai giovani consiglia di condurre una vita sana fatta di buona alimentazione e allenamento. Infine molto rilevante per la loro crescita anche lo studio del regolamento, considerato da Francesco come una conditio sine qua non.
Il presidente del CRA, il Comitato Regionale e tutti gli associati siciliani si complimentano con Francesco per il risultato raggiunto e augurano i migliori successi sia come arbitro che come medico.
Daniele Gattuso
Abisso: “Eccellere deve essere la nostra abitudine” - Sezione di Saronno
Rosario, ricevuti i saluti di Davide Rosio, Presidente della Sezione di Saronno e di Alessandro Pizzi, Presidente del CRA Lombardia, ha iniziato la propria presentazione, mettendo al centro, sin da subito, l’importanza di porsi alcune domande che potremmo definire “esistenziali”. Dalle crescenti aspettative che porta con sé il fare bene, alla costante spinta a mettersi in discussione, provando a migliorare in qualsiasi ambito della propria vita. Il tutto sottolineando tre caratteristiche fondamentali, da considerare come chiavi di lettura per raggiungere il proprio sogno: l’umiltà, lo spirito di sacrificio e la sofferenza. Quest’ultima citando uno dei fischietti italiani più amati, il compianto Stefano Farina. “Masticare l’aglio e dire che è buono”: una metafora volta ad evidenziare come nel percorso di crescita sia importante accettare anche e soprattutto le amarezze e i passaggi a vuoto. Inoltre, l’arbitraggio, oltre ad essere una continua scuola di vita, è una delle esperienze più formative per i ragazzi più giovani, per maturare all’interno di un’Associazione unita dall’amore per il calcio.
“L’eccellenza deve essere la nostra abitudine”. Parafrasando Aristotele, Abisso sottolinea come, spinti dalla passione, dobbiamo ricercare la perfezione: gli errori sono dietro l’angolo, ma non bisogna scoraggiarsi quando accadono, l’importante è saper reagire con forza e decisione, rialzandosi dopo di essi. Fino ad arrivare ad un excursus più tecnico, snocciolando due categorie di scorrettezze non facili da cogliere e valutare: l’uso eccessivo di braccia e gomiti e i falli commessi dal portatore di palla. Due ambiti su cui lavorare con giudizio per entrare ancor di più nelle pieghe delle partite. Per poi concludere con le domande e le curiosità finali. Non facendo mancare qualche consiglio per superare il difficile momento che si sta vivendo al di fuori dell’AIA e sul migliorarsi partita dopo partita.




